Se penso ad Amedeo mi ritrovo seduta a un tavolino, nella luce accecante di una cucina all'ultimo piano di un palazzo di Roma, davanti a un piatto di pasta e un bicchiere di vino rosso, a disquisire di massimi (e minimi) sistemi; dall'ultimo film colossal-treddì-sbancabotteghino uscito al cinema, alla poesia irripetibile del Neorealismo; dal sesso dei preti alla "fede" dei matematici; dal sapore verace, di sole, delle arance di Sicilia, alla scoperta gioiosa del veder crescere un bimbo (che sia nipotino, nel caso suo o...figlio di amiche, nel caso della sottoscritta!). Mentre scrivo, proprio adesso, le mie parole appaiono sul monitor di un computer (e voi le state leggendo sul monitor di un'altro computer...), e non posso non pensare al fatto che, ai tempi della scuola (che allora si chiamava ICEI Multimedia), fu proprio Amedeo a farmi vincere la diffidenza nei confronti del mezzo informatico. Mi ricordo le memorabli lezioni in cui cercava di spiegare alla classe COME FUNZIONA e COME È FATTO un computer; cosa a cui almeno 4/5 degli studenti non era minimamente interessato. Io ero in quel quinto di folli che invece erano molto incuriositi perchè più capivo cosa ci fosse dentro quella dannata scatola, più la diffidenza lasciava spazio al desiderio di metterla alla prova. Di sfidarla, quasi. E così imparai a usare il PICCI' (e anche il Mac, poi, ma questo lui non lo deve assolutamente sapere; mi raccomando...), e, grazie anche ad Amedeo, a sfoderare una certa sana "tigna" nell'affrontare lavori anche complicati e imparare tecniche nuove. E nella volontà di concludere ogni lavoro al meglio, con curiosità, attenzione e perseveranza. Ovvero, a essere professionale. Insomma, non mi pare poco!!! Ciao!! Ilaria PS... a quando il prossimo piatto di pasta, o pagnottella che sia? |